LA VIA DELL'ARTE A SANTA GIULIA

di e con Pino Petruzzelli
narrazioni con il giornalista Massimo Calandri
Coproduzione Teatro Ipotesi e Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse


Descrizione

“Ho viaggiato dal Nord al Sud d’Italia ascoltando la voce degli alberi incontrati sulla via. Mi sussurravano di loro, di me e di una trama che andava ritessuta.” - Pino Petruzzelli 

L'evento si apre con “La Via degli alberi” di e con Pino Petruzzelli e continua con la seconda parte insieme al giornalista de La Repubblica Massimo Calandri che regalerà al pubblico un reportage dedicato alla Comunità e alla Basilica di Santa Giulia. 

“Tra le fronde degli alberi stormisce il mondo, le loro radici affondano nell’infinito, tuttavia non si perdono in esso, ma perseguono con tutta la loro forza vitale un unico scopo: realizzare la legge che è insita in loro, portare alla perfezione la propria forma, rappresentare sé stessi… Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita… Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi, non desidera più essere un albero. Non desidera essere altro che quello che è… questa è la felicità.” Così scriveva il Premio Nobel Hermann Hesse.

Perché dopo aver girato in zone di estrema povertà e di guerra, perché dopo aver passato sei anni sulle tracce del popolo Rom, ho sentito la necessità di parlare della Natura? E in modo particolare degli alberi? Perché gli alberi hanno molto da insegnare all’Homo Sapiens, come ricorda lo scienziato Stefano Mancuso. Possiamo migliorare le nostre esistenze guardando a come gli alberi collaborano con i nemici trovando reciproco vantaggio o a come basano la sopravvivenza su reali forme di governo democratiche in cui non esistono organi di comando ma forme di cooperazione attiva e di intelligenza distribuita. In un momento come quello che stiamo vivendo dobbiamo capire come ripartire. La natura è sempre la stessa, è l’uomo a decidere quale via prendere. Attraverso il presente è possibile andare a cercare il punto in cui l’Homo Sapiens ha preso una strada sbagliata e da lì ricucire lo strappo. Tanto il mondo della scienza quanto il mondo degli umanisti vedono nel massacro della natura, in favore di una industrializzazione cieca, il momento in cui abbiamo diminuito le nostre capacità di vedere un futuro felice per noi e per i nostri figli. Naturalmente lo spettacolo non è un saggio di neuroscienze o di neurobiologia vegetale, ma un modo di provare a riflettere attraverso il teatro su temi urgenti. Riflettere, pensare. È questo il mio teatro fatto di lacrime e risate, di momenti felici e momenti difficili. Di profondità e leggerezza. Proprio come la vita. Anche quando parlo di situazioni difficili però, penso sempre a un’arte in grado di infondere vita e voglia di vivere nello spettatore.  

Il protagonista dello spettacolo, come nelle “Interviste impossibili”, ha deciso di andare ad ascoltare i limoni delle Cinque Terre e di Sorrento, il castagno di Carpasio nel cui tronco cavo trovarono rifugio i partigiani feriti, i larici millenari della Val d’Ultimo e infine gli ulivi di Taranto, nati quando Platone e Aristotele vivevano, che sono stati spazzati via da orribili dinosauri di metallo per lasciare il campo a un’industria siderurgica. 

 

28 GIUGNO ore 21.15 (BONATE SOTTO, Basilica di S. Giulia)
INGRESSO LIBERO E GRATUITO, SENZA SERVIZIO DI PRENOTAZIONE.
In caso di maltempo: Centro sportivo comunale, via Garibaldi 15
 

Date dello spettacolo

28/06/2022 21:15 - BONATE SOTTO, Basilica di S. Giulia