IL VANGELO SECONDO PILATO

Di Éric-Emmanuel Schmitt
Regia Christian Poggioni
Con Christian Poggioni, Lorenzo Lutteri
Musiche originali Amleto Pace
Scene e costumi Ambra Rinaldo

IL VANGELO SECONDO PILATO

Scritto con lo stile avvincente ed il ritmo incalzante della spy-story, Il vangelo secondo Pilato conquista lo spettatore fin dalle prime battute e lo tiene ancorato con una sequenza di colpi di scena alla vicenda di Ponzio Pilato, governatore romano in Palestina, alle prese con il caso Jeshua, il “mago di Nazareth” da poco giustiziato. Non solo il cadavere è scomparso, addirittura circola la voce che Jeshua sia riapparso vivo. Occorre sventare la leggenda di una resurrezione: avrebbe conseguenze imprevedibili per la Palestina, forse per tutto l’impero.
Ha inizio una caccia serrata, carica di suspence: dove è nascosto il cadavere? Il protagonista delle apparizioni è un sosia? Chi sono i complici? Jeshua è davvero morto sulla croce?
Le domande si moltiplicano. Pilato indaga. Ma una dopo l’altra tutte le ipotesi vacillano. Tutte le piste conducono sulla soglia di un mistero: il caso appare insolubile.
La ricerca a questo punto si sposta dai meandri di Gerusalemme al labirinto della coscienza di Pilato. Il governatore, militare razionale abituato a interrogare gli altri, lascia il posto all’uomo che interroga sé stesso. Ma il duello non sarà meno drammatico.
Il Vangelo secondo Pilato prende avvio per trovare delle risposte e termina con delle domande. Domande profonde che non possono essere risolte. Possono solo essere vissute.

Lo spettacolo

Il mago di Nazareth è morto, non ho più nulla da temere, è evidente.
Solo che qualcosa mi è sfuggita di mano.
In questa indagine su Jeshua non faccio che rimbalzare da una testimonianza all’altra.
Ma io non ho visto nulla e non ho capito nulla.
Mio caro fratello, ti scrivo dal mio silenzio per raggiungere il tuo.
Dietro a questa storia c’è qualcuno che prevede, manipola, inquina le piste. Ma chi?
Il corpo è scomparso. Dicono che il cadavere di Jeshua sia uscito dalla tomba. Capisci dove mi trovo, fratello?
Bloccato a Gerusalemme per correre dietro a un cadavere che sta marcendo da qualche parte.
In una terra dove si vedono figli di Dio per la strada… e li si condanna anche a morire crocifissi sotto un sole rovente!
Ora dicono anche che Jeshua sia riapparso, vivo.
Qualcuno deve aver istruito i falsi testimoni: Maria di Magdala, Salomè, i pellegrini di Emmaus.
Devo trovare il cervello che mi tende una trappola.
Questa religione non ha futuro. Sopravviverà una sola generazione di cristiani: quella di coloro che hanno visto Jeshua vivo.
La notte cala e non mi placa. Prima ero un romano che sapeva, adesso sono un romano che dubita.
Ma, in fondo, dubitare e credere non sono forse la stessa cosa?
Solo l’indifferenza è atea.

L’autore

Érich-Emmanuel Schmitt è uno degli autori di maggior successo nel panorama della drammaturgia europea contemporanea. I suoi testi teatrali sono vincitori di numerosi premi, tra cui i prestigiosi Premio Molière e il Gran Premio del Teatro dell’Académie Française. Egli stesso racconta la genesi de La notte degli ulivi e Il vangelo secondo Pilato, i due testi dedicati alla figura di Jeshua di Nazareth:
“Cresciuto ateo in una famiglia di atei, laureatomi in filosofia in una Parigi diventata completamente materialista, non avevo mai prestato attenzione a quella strana storia di un falegname morto su una croce. Un giorno mi persi nel deserto del Sahara. Vicinissimo alla morte, quella notte di fuoco vissi un’esperienza mistica. Al mattino, come una traccia, un’impronta, deposta nel più intimo di me, si trovava la fede. Quel Dio del Sahara non apparteneva ad alcun culto. Tornato in Europa mi immersi nei poeti mistici di tutte le confessioni, dal buddista Milarepa a San Giovanni della Croce passando per il sufi Rumi.
A Parigi mi attendeva un secondo choc: una notte lessi per la prima volta i quattro vangeli. Per ore fui respinto e attirato. Quella notte iniziai a credere a Cristo e a non crederci. Oscillavo costantemente. Da quella notte sono stato ossessionato dalla figura di Cristo. Alcuni anni dopo, ho deciso di chiamare questa ossessione il mio cristianesimo.”

Date dello Spettacolo

Calusco d'Adda, Cineteatro San Fedele

Sabato 11 Ottobre, 20:45

Ingresso gratuito senza prenotazione