NON PERCHE’ C’ERAVAMO

Film lungometraggio sugli eventi di Piazza della Loggia

Di Marco Archetti, Giulia Asselta e Paolo Bignamini
Regia Paolo Bignamini e Marco Jeannin
Con Andrea Soffiantini, Mario Cei, Marta Lucini, Matteo Bonanni, Jasmine Monti, Valentina Bartolo, Roberto Trifirò, Antonio Perretta, Katerina Haidukova

NON PERCHE’ C’ERAVAMO

Il soggetto del lungometraggio è opera di Paolo Bignamini, regista riconosciuto a livello nazionale che da tempo collabora con lo stabile cittadino, ed è tratto dal romanzo Una specie di vento di Marco Archetti (edito da Chiarelettere), scrittore bresciano e consulente artistico del CTB.

La sceneggiatura porta la firma di Marco Archetti, Giulia Asselta e Paolo Bignamini; la regia è dello stesso Paolo Bignamini insieme a Marco Jeannin, regista cinematografico per 5e6. Interpreti sullo schermo, Andrea Soffiantini, Mario Cei, Marta Lucini, Matteo Bonanni, Jasmine Monti, Valentina Bartolo, Roberto Trifirò, Antonio Perretta, Katerina Haidukova.

Il film vede poi la partecipazione straordinaria di Simone Cristicchi, artista impegnato in diversi progetti produttivi di successo con il CTB, che per questa iniziativa ha composto il brano intitolato Brescia 74, colonna sonora di Non perché c’eravamo.

La drammaturgia del film lavora su otto monologhi, raccontando otto personaggi. Sono le vittime dell’attentato avvenuto a Brescia il 28 maggio 1974: Valentina Bartolo recita nel ruolo Livia Bottardi Milani, Matteo Bonanni impersona Alberto Trebeschi, Mario Cei Euplo Natali, Marta Lucini è Giulietta Banzi Bazoli, Jasmine Monti recita nel ruolo di Clementina Calzari Trebeschi, Antonio Perretta racconta la storia di Luigi Pinto, Andrea Soffiantini è Vittorio Zambarda, Roberto Trifirò Bartolomeo Talenti, Katerina Haidukova è sullo schermo nel ruolo della fisarmonicista.

Otto testimonianze, ricostruite grazie all’intenso lavoro biografico e di interviste condotto da Marco Archetti per il suo romanzo. “Per me si è trattato di un lavoro opposto a quello sperimentato durante la scrittura del libro – scrive Archetti” –: là si trattava di mettere insieme, di cercare tracce, di annusare indizi, di leggere materiali e brandelli di diari; qua, invece, si è trattato di partire dalla fine e di trovare a ritroso un aspetto, uno e uno solo, di identificarlo e di buttarcisi a capofitto perché ci portasse al racconto, insomma, di togliere tutto fino a trovare l’elemento, il frammento in cui ciascuna di quelle vite poteva essere concentrata. Durante la scrittura del libro cercavo il respiro di una traiettoria; qua, l’intensità di un punto”.

Sono le ore 10 e 12 del 28 maggio 1974: i personaggi, dal palco di un teatro vuoto, luogo del racconto, parlano direttamente all’oggi, a chi si accosta a quel frangente di storia, raccontando frammenti di ricordi personali, vite che si interrompono improvvisamente nello stesso momento, nello stesso luogo. Tragicamente.

Sono sempre gli stessi minuti che si ripetono nella storia diversa di ognuno.

Sono i minuti che precedono lo scoppio della bomba. La realtà del vissuto si contamina così con il ricordo.

Al termine, si ritorna sempre alle 10:12, e i personaggi lasciano lo spazio scenico per ritornare simbolicamente nella piazza. Una piazza vuota, in cui resta indelebile la testimonianza di quanto accaduto. “Il tempo del racconto di quelle storie costantemente messo in discussione nel film – scrivono Paolo Bignamini e Marco Jeannin –, supera il tempo stesso in cui le loro vite sono state vissute: grazie al cinema è allora ma è anche qui, ora. E grazie al teatro, il luogo da cui parte il racconto di ognuna delle loro vicende, quel tempo, quello spazio, quelle storie possono – e devono – essere detti. Persone prima che personaggi, donne e uomini prima che nomi da ricordare per aver perso la vita in una strage”.

Date dello Spettacolo

Mercoledì 28 Gennaio

Date da definire