APOLOGIA DI SOCRATE

di e con Giampaolo Gotti
Koïnè Langages Transartistiques (Francia)


Descrizione

UN CLASSICO DELLO SPIRITO

Ma quale è la ragione prima, profonda (come chiederebbe Socrate) di questo bisogno di ritorno alle fonti ? Non disponiamo forse oggi di informazioni e strumenti di conoscenza infinitamente più grandi ? Come spiegare la tenerezza che ci spinge a ritornare agli antichi maestri del passato ? Che cosa ci attira tanto verso questi pensatori greci per i quali tutto era sconosciuto ? Verso questi pionieri entusiasti di nuovi orizzonti ?

Io credo che la ragione stia nel fatto ch’essi si sono posti le prime domande, e cosi’ facendo ci danno la voglia di porre le seguenti.

Questo passato lontano e pieno di stupore ho voluto renderlo alla portata di un largo pubblico, cosi’ come la teleferica puo’ permettere a tutti l’accesso a un picco con vista eccezionale, anche a chi non ha il tempo, la possibilità o la pazienza di scalare tutta la montagna.

Ma chi comunque, in un modo o nell’altro, sale lassù, ritornerà con gli occhi pieni di luce : non rivedrà più il mondo nello stesso modo. 

 

IL PARADOSSO DELLA NON-DIFESA

Nell’Apologia Socrate sa che è troppo tardi. 

Tutta la città brulica di voci elaborate con abilità e propagate con ostinazione : « Ha rinnegato i nostri dei tutelari e perverte la nostra gioventù con le sue idee sovversive. » 

I giudici, tirati a sorte fra i cittadini di Atene, non andranno certo contro l’opinione pubblica.

Questa è l’arringa difensiva di Socrate: il modello di cio’ che non si deve fare davanti a una giuria popolare : 

 

-      invece di presentare fatti concreti eleva dibattito a un livello superiore : l’oracolo di Delfo avrebbe ridotto a nullità la sapienza degli uomini dichiarando l’ignorante Socrate più saggio di tutti i cosiddetti sapienti ;

 

-      prende in giro gli accusatori : con ironia fà loro accumulare una quantità di stupidaggini e contraddizioni ;

 

-       dà lezioni ai giudici : definendosi il tafano che tiene sveglio il cavallo bolso che è la società ateniese ;

 

-       rifiuta d’implorare la clemenza del tribunale : è per lui una questione di dignità per l’accusato, per il tribunale e per la città ;

 

-       fà l’impertinente : come pena per la sua condanna chiede d’essere mantenuto a spese della città come era il caso per i vincitori delle olimpiadi.

 

 

Verdetto senza sorprese : la pena capitale.

Risultato squallido sul piano giuridico, incredibile per lo spirito umano. Socrate ha perso il processo, ma ha ottenuto il rispetto e l’ammirazione di centinaia di generazioni. 

Ha aperto una breccia nel muro della stupidità, delle idee preconcette. 

Egli afferma che il pensiero, la coscienza hanno il primato su tutto il resto. 

Socrate andrà alla morte per convincerci di questo assoluto.

 

LO SPETTACOLO

Questa Apologia non sarà trattata come un monologo (benché io mi trovi in scena da solo), ma alla stessa stregua degli spettacoli precedenti (Eutifrone, Critone, Ippia, Ione…). 

 

In questi dialoghi platonici il gioco con il mio partner(Socrate e il suo antagonista) si situava nella complicità sull’essere in disaccordo, affinché un terzo componente del gioco scenico, il pubblico, cadesse nella trappola dialettica. Come nel gioco delle tre carte: tutti i partecipanti concorrono, tutti puntano, qualcuno vince, qualche altro perde ... ma in realtà obiettivo è uno solo : trascinare colui che arriva da fuori a puntare (e perdere). Se il dialogo ludico è organizzato bene, lo spettatore perde i suoi riferimenti comuni, le conoscenze acquisite sul giusto e l’ingiusto, sul vero e il falso, sul bene e il male... è perso, reso vulnerabile. In tale situazione di stupore (situazione per eccellenza della domanda filosofica) spesso lo spettatore si apre ad accogliere un nuovo modo di guardare alla realtà.  

 

Nell’Apologia si vogliono ottenere quegli obiettivi dialogando direttamente con il pubblico, come con un partner, interrogandolo esplicitamente e improvvisando con le sue risposte.

L’aspetto visuale dello spettacolo si ispira all’universo pittorico di Magritte: con lui i rimandi pittorici fra verità e verosomiglianza sono strettamente legati ai temi del’Apologia.


Date dello spettacolo

14/03/2019 11:00 - Teatro Rosetum