IPPIA MINORE

L'elogio della menzogna

di Platone
con Benoit Felix-Lombard e Giampaolo Gotti
regia di Giampaolo Gotti

Tema:filosofia antica, cultura classica
Destinatari: superiori
Durata: 60 minuti

Descrizione

PLATONE : UN PARADOSSO

Il potere seduttore dei grandi testi della Grecia antica ha attraversato le epoche e ci perviene intatto ancora oggi. Per quanto riguarda il teatro essi sono ancora più affascinanti per il fatto che contengono possibilità d’apertura alla ricerca ineguagliabili. E’ sempre appassionante ritornare alle origini per interrogare il nostro mondo contemporaneo.

Platone, ecco un personaggio paradossale. Nelle sue opere condanna la scrittura: come risultato abbiamo che le sue opere si sono salvate quasi integralmente, rispetto al naufragio della maggior parte dei testi antichi.?Ancora un paradosso: Platone detestava il teatro. Nella Repubblica lo mette al bando dalla sua città ideale, come imitazione d’una imitazione e quindi allontanamento dalla verità. E tuttavia la sua opera è scritta essenzialmente sotto forma di dialoghi... c’è qualcosa di più fondatore per il teatro?

Addirittura si pensa che tali dialoghi fossero esercizi della sua scuola, l’Accademia, nei quali egli stesso avrebbe assunto il ruolo di Socrate. Come dire che la filosofia non si fa in monologhi o trattati, ma che si costruisce fra due interlocutori, opposti da un conflitto su uno stesso oggetto e orientati verso una comune ricerca.

 

IL DIALOGO PLATONICO

Gli interlocutori di Socrate sono anzitutto i sofisti e altri personaggi celebri e specialisti nel loro campo (la saggezza, la parola, la giustizia, il coraggio, la bellezza, la verità...) e tutti sono sedotti dalla sua abilità argomentativa.?Socrate appare come un cacciatore di verità : insegue il suo interlocutore, scova le sue contraddizioni, sembra perdersi insieme a lui e lo conduce spesso ad una via senza uscita (aporia) che appare assurda e ridicola. In questo modo i dialoghi falliscono, in apparenza, nell’intento di definire l’oggetto della loro ricerca. Tuttavia essi aprono sempre un’immagine inattesa di questo oggetto, opposta al senso comune.

Ma che tipo di sapere è mai questo che non insegna nulla in positivo? Che genere di filosofia è questa che si confonde con l’ignoranza? L’effetto di paralisi che produce la verità passa, in effetti, per Socrate attraverso una via negativa: disfarsi anzitutto di ciò che si crede di sapere. Il vicolo ceco diviene allora un vantaggio per l’incontro con la verità: l’anima si libera delle false certezze.

Non è forse questo anche un metodo di lavoro per l’attore e per il regista? Non fidarsi troppo di ciò che si crede di conoscere, liberarsi dalle illusioni verosimili, non sono forse queste le domande che pone il teatro ??Ma come costruire un dialogo su una opposizione concettuale fra due visioni del mondo: una visione filosofica e una visione mondana? Come trovare l’accordo nel conflitto? Come giocare con dei concetti, delle idee in azione e in immagine? Come improvvisare sugli esempi offerti dal testo? Come costruire insieme le trappole per giungere, l‘un contro l‘altro, allo stesso evento finale: lo svelarsi di una verità paradossale?

Il dialogo nasce da un pensiero che influenza il pensiero dell’altro et si persegue in una giustificazione. E tale atto puo’ essere infinitamente divertente e vivo.?E’ cio’ che intendiamo proporre con L’elogio della menzogna.

IPPIA MINORE O DELLA MENZOGNA

Ippia minore è un breve dialogo che fa parte dei primi scritti di Platone.?Il testo parla di una certa relazione amorosa fra verità e menzogna, relazione a cui noi, in quanto essere umani, cittadini e artisti, siamo particolarmente sensibili. Socrate s’intrattiene con Ippia, intellettuale dalla conoscenza enciclopedica, uomo di scienza, di lettere e d’azione, sofista molto rinomato e influente.?Il dialogo fra i due comincia sulla differenza che si può trovare fra Achille e Ulisse, i due eroi omerici. In effetti, si sa che l’esegesi dei grandi testi classici d’Omero separava i commentatori dell’Iliade e dell’Odissea in due campi. Ippia disprezza Ulisse, mentre stima che Achille incarni il modello dell’eroe greco per eccellenza poiché non usa l’astuzia come mezzo per ingannare gli altri. Tutto il dialogo si articolerà attorno a questa domanda : chi è il migliore, chi mente e fa il male volontariamente oppure chi lo fa involontariamente ? E’ vero che solo un uomo sapiente e capace può veramente scegliere di mentire o di dire la verità. Ma allora, quando questo uomo fa il male e mente volontariamente cos’è ? Un uomo cattivo o un uomo buono ?

ORIGINE E APPROCCIO

E’ stato presentando questo dialogo in occasione del festival La semaine des Arts all’Università di Parigi 8 nel 2012 e poi alle Dionysies, festival della Sorbona nel 2013, che abbiamo constatato come tale lavoro si prestasse a una grande flessibilità. In effetti la sua specificità è legata ai due attori, a una scenografia più che succinta, a una tecnica leggera, ciò che rende lo spettacolo estremamente adattabile non solo alle sale di teatro ma anche a quelle dei Licei e delle Università, sia per l’interno che per l’esterno. L’aspetto ludico e dinamico nel trattamento è adatto sia agli studenti che agli specialisti in Filosofia, poiché risveglia un vivo interesse presso i meno agguerriti e solleva un punto di vista nuovo per i più esperti. Il lavoro sull’attore si trova quindi al centro della nostra ricerca, così come l’uso d’una tecnica attorno al gioco scenico sulle idee, che le rende accessibili, vive e divertenti, poiché approcciate in modo ludico. Non si cerca d’estrarre la psicologia dei personaggi, ma piuttosto di mettere a nudo il concatenamento del loro pensiero e delle loro idee.

GIOCO E RAPPORTO COL PUBBLICO

La partecipazione del pubblico è un elemento importante in questo tipo di ricerca. Appena il dialogo lo permette, e senza perderne l’oggetto principale, gli attori non esitano a coinvolgere direttamente il pubblico, trascinando gli spettatori ciascuno sulle proprie posizioni. Il pubblico viene suddiviso in due gruppi, in modo assolutamente arbitrario, addirittura prima dell’inizio dello spettacolo : il partito di Ippia e quello di Socrate.

In seguito la loro partecipazione rimarrà molto attiva: saranno trascinati in giochi e interazioni complici e improvvisate con gli attori, che a loro volta svilupperanno una recitazione ludica, talvolta clownesca, ironizzando sulla situazione. Il risultato è una logica stringente e paradossale che conduce all’impasse, in cui lo spettatore si trova anche lui smarrito riguardo alle sue certezze.

In sintesi, questo spettacolo intende condurre a una riflessione personale e collettiva sull’essenza del contenuto filosofico, con esigenza e rigore, ma anche con distanza e insolenza, affinché venga superata la logica razionale e un’apertura dell’emozione procuri una vera eccitazione dello spirito.

 

Giampaolo Gotti

E’ regista, insegnante, teorico e traduttore di teatro. Come attore collabora in Italia con registi quali G. Borgia, P. Kleinert, V. Manfré, V. Signorile... partecipando in seguito a un Collettivo di cui finisce per essere il regista lavorando creazioni originali o su autori quali Baricco, De Filippo, Duerrenmatt, Ionesco, Lorca, Ronfani, Schwarz... Nel 2000 incontra Jurij Alschitz e ottiene sotto la sua direzione il Master dell’Accademia russa GITIS (programma internazionale EATC). Con Alschitz egli instaura una collaborazione a lungo termine intervenendo come regista e insegnante su diverse iniziative in Italia, Francia, Svezia, Germania e Russia.

Si trasferisce in Francia nel 2004 dove collabora con Anatoli Vassiliev e segue come stagista invitato la sua formazione alla regia presso l’ENSATT di Lione. In questo periodo egli forma gli allievi attori di questa stessa scuola concentrandosi nello sviluppo della loro creatività.

In parallelo prosegue le sue regie : Sisters, dalle Tre sorelle di Cechov, sostenuto dall’ITI-UNESCO e dal programma Cultura (Akt-Zent, Berlino, 2006), Diables-Diavoli- Devils, progetto internazionale : tre anni, tre compagnie, tre paesi, tre lingue, da I demoni di Dostoevskij, (ENSATT, Lione, giugno 2007 ; MC93, Bobigny, febbraio 2010 ; Teatro Era, Pontedera, aprile 2010).

Recentemente si applica in un lungo lavoro sui dialoghi platonici :?Eutifrone che crea in due versioni, francese e italiana (Festival in di Avignone, luglio 2008 ; Festival The art of dialog, San Miniato, maggio 2010 ; Festival della Cultura, Cesena, ottobre 2010 ; DeSidera, Bergamo, maggio 2011 e 2012).?Ippia minore (Festival Université Paris-8, 2012 et Festival Dionysies 2013 della Sorbona)?Mette in scena in prima nazionale L’Hamblette di Giovanni Testori (Festival Face à face, Lione, ottobre 2010 ; Théâtre de l’Opprimé e Gare au Théâtre, Parigi, 2011 e 2012). Dernier vol di Pippo Pollina (Espace Jemmapes, Parigi, novembre 2013) et Une Iliade da Omero di René Zahnd (Guiana, gennaio 2014).?In parallelo fonda Koïnè-Langages transartistiques, associazione della rete internazionale European Association for Theatre Culture (di cui è coordinatore pedagogico). E’ membro di SCRIPT, Centro di Ricerca dell’Università di Evry e interviene quale specialista della drammaturgia contemporanea italiana. Ha diretto il n. 182 della rivista Théâtre/Public Anatoli Vassiliev : Tradition, Pédagogie, Utopie e ha contribuito all’opera collettiva Théâtre Contemporain Orient-Occident (Edizioni L’Entretemps, Montpellier, 2012). Traduce dall’italiano Macbetto (2009) sdisOré (2011) e Tre lai (2013) di Giovanni Testori ricevendo per essi il premio della Maison Antoine Vitez.?Possiede il Diploma di Stato per l’insegnamento del teatro e fa attualmente parte dell’équipe pedagogica dell’ENSATT (Ecole Nationale Supèrieure des Arts et Téchniques du Théâtre) di Lione e interviene nel dipartimento Attori, cosi’ come presso la Scena Nazionale di Guyane et al Consevatorio della Riunione.

 

Benoît Felix-Lombard

E’ diplomato dell’ ESAD (Ecole Supérieure d’Art Dramatique) di Parigi diretta da Jean-Claude Cotillard, dove lavora fra gli altri con Nicolas Bouchaud, Michel Didym, Christophe Patty e Eric Frey. Lavora alla Comédie Française (regia di Jean-Louis Hourdin), alla MC 93 (regia di Sylvia Bagli), a Théâtre Ouvert (regia di Sophie Loucachevski), Théâtre 13 (regia di Renaud Boutin).

Ha presentato sotto la direzione di Giampaolo Gotti Eutifrone di Platone (San Miniato, Cesena, Bergamo) et I Demoni da Dostoevskij (MC93). Partecipa alla creazione de L’Hamblette di Testori (creazione ai Célestins di Lione, poi Théâtre de l’Opprimé a Parigi).

E’ co-fondatore del Collettivo Le Foyer e come regista ha presentato un nuovo adattamento di Tragedy! ( spettacolo musicale di R. Boutin e M. Pierre) e Le ventre des pantins (spettacolo musicale di R. Boutin e S. Roqueta).?Recentemente è attore di Le soleil ni la mort ne peuvent se regarder en face di Wajdi Mouawad. Sviluppa un proprio metodo dul lavoro d’attore che propone durante i suoi stages di clown in Italia (La vulnerabilità del Clown) e forma giovanissimi attori presso i Conservatori Municipali di Parigi.


Date dello spettacolo

07/04/2015 10:00 - Bergamo - Chiostro di San Francesco