I PROMESSI SPOSI

in cerca ... d'attore

a cura di Spaz1o Teatro


Descrizione

“Qui, su quel ramo; ma anche, altrove; ovunque, sull’immensità sterminata della terra, può nascere, sempre, qualcosa come un chiarore, una luce, un’alba...”. Il Maestro - I Promessi Sposi alla prova Giovanni Testori

Cast artistico drammaturgia collettiva con Tiziano Ferrari
e Roberta Agazzi, Luca Bonfanti, Giovanna Bonotti, Serena Branchini, Alberto Daminelli, Daniela Ghezzi, Gianluca Licata, Francesca Locatelli, Irene Mannino, Leo Merati, Barbara Pelizzoli, Gianluca Piretti, Stefano Redondi, Carla Rodigari
e con le danzatrici Caterina Baroni, Lucilla Codazzi, Cristina Tebaldi, Sylvie Zenoni costumi Chiaraluna Mauri musiche dal vivo Olmo Chittò movimenti scenici/coreografie Martine Bucci regia Tiziano Ferrari e Lucia Menegazzo

Dopo aver raccontato l’Odissea con un viaggio corale attraverso i piani dell’ex carcere di Sant’Agata, SPAZ10 TEATRO continua la sua indagine sulle origini del nostro linguaggio e dei nostri costumi con una rivisitazione del primo romanzo rappresentativo della letteratura: I Promessi Sposi. Come il Man- zoni riporta al lettore del suo tempo un ipotetico manoscritto antico, SPAZ10 porta in scena quelle “vituperate vicende”, donandogli nuova vita. Messa da parte retorica e morale manzoniana, attraverso un gioco meta-teatrale pirandelliano, gli interpreti stessi prendono voce in un contraddittorio con l'autore e raccontano il proprio punto di vista lungo le ben note vicende di Renzo e Lucia e di molti altri caratteri divenuti poi archetipi del nostro immaginario collettivo: don Abbondio, Perpetua e quella stessa Provvidenza, altro protagonista di una storia che si crede conosciuta, ma che non manca di sorprenderci ad ogni rilettura. Il meccanismo utilizzato è lo stesso de I promessi sposi alla prova di Giovanni Testori: una compagnia deve mettere in scena il romanzo, si cambiano le parti, gli insod- disfatti attaccano il regista, i personaggi si lamentano con l’autore, le prove s’interrompono, si ri- prende il gioco teatrale, sempre in bilico fra realtà e rappresentazione.

Lo spettacolo si apre con lo snodo centrale del libro: la notte della conversione, in cui, mentre l’in- nominato vive la fatidica crisi di coscienza, Lucia pronuncia il voto donando la propria verginità in
cambio della salvezza. Non riesce, si blocca, l’attrice non rende come dovrebbe e, quindi, interviene la compagnia teatrale. L’autore ferma la scena e si ricomincia, si riprende dall’incipit del romanzo
Quel ramo del lago di Como, da don Abbondio che incontra i bravi, con le coscienze dei due balordi che citano Falcone e Borsellino; e poi don Rodrigo, che insoddisfatto del suo personaggio minaccia l’autore di far rapire la sposa per rovinare il romanzo, la Provvidenza che lascia le vicende terrene agli uomini per piantare papaveri, il Tramaglino che dedica Springsteen all’amata, il “Boss” può dove mancano le parole: tutti i personaggi ci regalano nuovi frammenti

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sconosciuti e curiosi, lampi di vita sommersi. Un racconto in prima persona: la prima persona singolare di ciascun attore-autore, la pri- ma persona plurale di un gruppo che intende portare in scena, del teatro, soprattutto il suo farsi. Così l’immaginario manzoniano si colora come un mosaico: l’innominato cita Trainspotting e la vio- lenza diventa una droga dalla quale non riuscirà mai a smettere, una Provvidenza disincantata cita Marguerite Yourcenar, Perpetua legge Bulgakov, e poi scendono in campo Il Corsaro di Byron, i CCCP, Walcott, Buzzi, etc. Ogni riferimento è voluto, ed è parte integrante della partitura dello spet- tacolo.

Il luogo dello spettacolo, Palazzo Visconti di Brignano Gera d’Adda, leggenda vuole essere il palazzo dell’innominato stesso, farà da eco sia alle parole manzoniane sia alla riscrittura. Ogni attore, infatti, prendendo spunto dal proprio personale sentire, ha donato un pezzo di anima al romanzo, che trop- po spesso viene inteso solo come noioso impegno scolastico.

L'interesse principale è quello di fare della messa in scena uno specchio in cui riflettere quegli “anni tribolatissimi" che sono anche i nostri. Quante pesti c'affliggono: quella dell'indurimento dei cuori, dell'omologazione delle coscienze, dell'allontanamento graduale dalla realtà. Soprattutto la peste del- la chiusura alla diversità, alla comunicazione, al mondo.

* La compagnia
Ispirandosi alle parole di Wynton Marsalis sul jazz, SPAZ10 TEATRO è un gruppo di persone che cerca di far funzionare le cose insieme ad altri. È difficile, ma si può fare. Quando un gruppo di persone cerca di inventare qualcosa insieme è facile che nascano conflitti. Il jazz ti obbliga ad accettare le decisioni di altri. Lo scopo di ogni performance è di produrre insieme ed essere insieme. Così per noi è il teatro: il gruppo di lavoro nasce nel 2010 e si presenta al pubblico nel giugno del 2012 al Festival Impatto Zero di Erbamil Teatro, con il Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare ambientato e itinerante nei boschi della Maresana. All'inizio dell'anno 2013 inizia a collaborare nella realtà co-gestita UpperLab, spazio ex-industriale di co- working a Bergamo. Nello stesso spazio porta in scena Girotondo di Arthur Schnitzler per quattro repliche. L’anno successivo nel dismesso Teatro Sociale di Palazzolo sull’Oglio è stato portato Il Revisore di Gogol’, mentre nel giugno 2015 presso l’ex-cementificio Italcementi di Alzano Lombardo è andata in scena La locandiera di Carlo Goldoni. Dal 2016 inizia la collaborazione con il deSidera festival, portando con grande successo di pubblico e critica alle ex-carceri di Sant’Agata di Bergamo alta ODISSEO - il folle volo. Con I Promessi Sposi in cerca d’attore prosegue la collaborazione con deSidera. Per suonare bene dobbiamo fidarci gli uni degli altri. 


Date dello spettacolo

02/03/2018 10:00 - Bergamo, Auditorium Piazza della Libertà
03/03/2018 10:00 - ABergamo, Auditorium Piazza della Libertà
13/04/2018 10:00 - Treviglio, TNT
14/04/2018 10:00 - Treviglio, TNT