In questo dialogo fra Socrate e il suo amico Critone, Platone presenta in condensato i principali motivi che hanno condotto il suo maestro a rifiutare di evadere dalla prigione, cosa che gli avrebbe evitato la morte. Egli redige questo dialogo osservando come Socrate abbia voluto fino alla fine restare fedele ai principi difesi lungo tutta la sua vita. Ma quale è l’interesse per noi? 

Nel Critone, Platone ci propone una riflessione sul dilemma morale che ha dovuto affrontare Socrate. La situazione è urgente poiché l’esecuzione è imminente, ma per Socrate non è la situazione, ma la decisione ad avere importanza. Occorre prendere il tempo necessario alla riflessione per fare la scelta giusta.

Fra i due nasce un intenso dialogo attorno ad alcuni nuclei tematici: Bisogna prendere le decisioni di coscienza a partire dalle emozioni (paura- ribellione...) e sentimenti o dalla razionalità? Si può accettare l’influenza degli altri sulle proprie decisioni di coscienza? Si possono cambiare i propri principi in funzione della situazione? Si può fare ciò che si giudica sbagliato? Vivere è un valore assoluto o relativo?

Nel Critone si sostiene una tesi che si potrebbe denominare "rivoluzione della non-violenza". La sincera ricerca della giustizia, oltre alla leggerezza dell’ironia, rende questo dialogo vicino a chi ricerca nella vita la libertà di dire ciò che si pensa e di fare ciò che dice. Martin Luter King, nella sua lotta non violenta, citava Critone accanto ai testi del Vangelo.