ODISSEO - Cronaca dal palco

Il folle volo

21/07/2016 - Bergamo, ex carcere di Sant'Agata, ingresso via del Vàgine

Non proprio uno spettacolo. Non solo uno spettacolo, ma un'esperienza teatrale totalizzante, coinvolgente, quella che è andata in scena giovedì 21 all'ex-carcere di Sant'Agata. Cominciamo dalla spazio, della valorizzazione dei quali deSidera fa gran vanto. Ebbene ieri sera abbiamo assistito ad un connubio perfetto fra location e azione scenica. I lunghi corridoi, le scale misterise, gli antri abbandonati e le claustrofobiche celle conferivano alla narrazione delle gesta di Ulisse quasi una necessità, una pressione psicologica, un'ansia di cercare e trovare sotto la guida di Odisseo una via d'uscita, una via di fuga da quelle celle come dalla realtà nella quale viviamo che apparentemente sembra accoodante, ma che sotto sotto cela il sembuante di prigione. Eppure non di fuga estraniante e dimentica, ma di volo, sia pur folle, si parla qui, verso qualcosa di più grande che attrae irrimediabilmente. Dove conduce il folle volo immaginato da Ferrari dosando sapietemente Omero e Dante? Forse nemmeno lui lo sa, ma di certo sa che nel viaggio risiede una dignità che fa grande l'uomo. Straordinaria la scena finale. Penelope riconosce Ulisse che ha atteso e amato fedelmente. Ma non gli risparmia un virile e spietato rimprovero alla sua vera debolezza: la fame di celebrità e l'orgoglio. Ma l'amore è più grande e lo lascia partire di nuovo per il suo interminabile viaggio. Forse perché anche lei lo ha fatto quel viaggio pur non abbandonando mai il suo letto ancorato al tronco mozzato. Un viaggio fatto invece di attesa e di costruzione che gli ha insegnato che nulla basta al cuore dell'uomo. Quid animo satis?

Redazione

La voce del pubblico

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21/07/2016 23:38 - Clementina Rota:
Ho appena assistito allo spettacolo "spettacolare" dell'Odisseo! rnCoinvolgente: attori e pubblico si fondono e si confondono.rnFedele alla storia ed originale allo stesso tempo.rnE la location... è stata quel qualcosa in più che ha dato un senso diverso (o meglio un controsenso) allo spettacolo: in un luogo in cui la gente veniva rinchiusa si è narrata la storia di un lungo viaggio.rnLode e merito agli attori, tutti, ed a tutto lo staff che ha curato regia, luci e suoni, costumi e testi.rnSe posso, l'unico neo l'acustica.... o meglio, la cafoneria di certi spettatori che trascinano i piedi perché sollevarli per far meno rumore costa fatica, o perché attendere la fine dello spettacolo per esprimere i propri commenti non sembrava bello... rnrnE infine: grazie!

22/07/2016 09:36 - Alessandro Pecis Cavagna:
I testi originali di Omero e di Dante sono ben integrati e fedeli alla traduzione originale; essi costituiscono l'ossatura solida di una rappresentazione a mio parere a tratti superba. Ben resa l'attualita' dei personaggi, rivisti in chiave contemporanea . Bravi tutti gli attori, piacevole il gioco di luci , pertinenti le musiche. Alla fine reso addirittura emozionante il ritorno a casa di Odisseo. Esperienza plurisensoriale ( avrei aggiunto profumo di incensi nella grotta di Tiresia) da gustare, da raccomandare, da diffondere. L'acustica era prevedibilmente disturbata dal rimbombo dovuto proprio alla struttura del sito e durante la salita delle scale del carcere , a causa del gruppo troppo numeroso e rumoroso, alcuni interi passaggi erano incomprensibili. Davvero somplimenti.

23/07/2016 00:16 - Sant'Ambrogio erica:
Esperienza difficile da dimenticare. Bravi gli attori e bellissime le coreografie.... Peccato per gli spostamenti che per così tanto pubblico non rendono giustizia al testo e agli attori. Dispersivi i colloqui corali per l'acustica. Sarebbero stato bello poter vedere tutto ma con meno persone per tenere un acustica migliore e godere a pieno del contesto.

23/07/2016 13:35 - Daniele Drago:
Prendete qualche pezzo di Omero, qualche brano di Dante, un po' di Pearl Jam che fa tanto modernità. Aggiungete la volontà degli autori che vi vogliono far sapere che hanno frequentato il teatro d'avanguardia, forse Carmelo Bene, e quella della coreografa che si è fermata a Pina Baush. Agitate bene e otterrete Odisseo. Una prova saccente di teatro vecchio con la pretesa di ispirarsi a quello greco antico. Il risultato è una sensazione di già visto, presuntuoso e, appunto, vecchio di almeno 40 anni. Omero, Dante, Bene, Baush e mettiamoci i Pearl Jam: mica nomi da poco, e hanno fatto bene gli autori a frequentarli. Ma per avvicinarsi a cotanto genio ci vuole umiltà e capacità di coglierne il senso, non limitarsi alle loro macchiette. Per dire, io che non sono un pittore, anche se mi metto a tagliare tele, sarei solo patetico, mica divento Lucio Fontana. Ne scaturisce una prova che sa di laboratorio teatrale, di sicuro non un opera da proporre al pubblico e che rispetta il pubblico, a meno di essere presuntuosi come a un saggio di fine anno in cui artisti in erba si mettono in scena per il loro gusto e quello delle mamme giustamente acritiche. Unica nota positiva la location, ma quella anche vuota e silenziosa, è spettacolare e di certo fornisce uno spettacolo che non dipende dagli autori di Odisseo. Comunque coraggio: si può fare solo meglio.

23/07/2016 20:07 - Patrizia Brivio:
Suggestivo e denso di significato questo spettacolo itinerante nell'ex carcere di Sant'Agata dove si percepisce un'atmosfera particolare creata dal sentire di una realtà di vita e di sofferenza di chi ha vissuto li e dall'intensità del viaggio, dei suoni, delle scene, dei colori e delle emozioni che ci portano a vivere questi bravissimi attori... Un grande plauso a tutto lo staff per l'intenso lavoro... Grazie per avermi fatto... volare... Patrizia

24/07/2016 00:33 - Susanna Ambrosino:
Un'esperienza di "oscillazioni", tra il testo e lo spettacolo che ha preso vita, tra spazi chiusi e polverosi ed un altrove mitico, di ampi spazi di gesta e di passioni.... un continuo "ondeggiare" tra una stanza e l'altra, tra gli attori e il pubblico, tra una vicenda e un'altra, che ha creato per ognuno il proprio viaggio al ritmo del proprio moto ondoso. Ed un continuo "andare e venire" tra la storia del luogo e quella della narrazione, che lo spettacolo itinerante induceva con l'"entrata partecipata" nelle scene a fianco di Odisseo, Penelope, Circe... e la frequente "uscita" per salire scale, girare angoli, affacciarsi su cortili da dietro un'inferriata.rnPregnanti per me la scena iniziale e la finale, magistralmente interpretate, che nel ricordo della narrazione si rincorrono, come se la seduzione delle sirene a cui l'eroe vuole resistere per proseguire il viaggio, per non soccombere, gettasse luce su altre emozioni a cui sembra nel finale dover resistere, nel momento del re-incontro, dello svelamento...come a poter cogliere nel grande il fragile.rnMaschile e femminile che si confrontano.rnTanti altri gli spunti di pensiero, le emozioni vissute, che l'esperienza (non lo spettacolo) ha permesso. rnCosa avrei voluto di diverso come spettatrice?.....rn..... di trovarmi a volte con meno gente attorno e più accento sugli effetti-luce come a delimitare una sorta di palcoscenico per valorizzare alcune sequenze.rn

25/07/2016 09:38 - Walter Previtali:
Un altro Odisseo. La reazione nello scorrere i titoli del cartellone è stata naturale. Poi lo spettacolo. Un intenso percorso in un luogo che è stato sofferenza per aver scelto strade e modi fuori dalle regole usata come contenitore per descrivere il coraggio dell'uomo che sfida gli dei, che osa andare incontro all'ignoto. Uno spettacolo ben riuscito. Le incertezze delle attrici ed attori non professionisti sono state coperte dalla loro passione ed intensità. Un scelta che poteva essere "già vista" è stata coerente con il personaggio la sua sete di conoscere, sperimentare e affrontare una vita spericolata.

25/07/2016 10:57 - miky:
che dire???? mi avete fatto vivere un'esperienza fuori dal comune... lo spettacolo era divino e voi lo avete reso ancora più immortale!! un grazie enorme a tutta la compagnia e ancora complimenti per quello che avete creato! a prestooooooooooo

25/07/2016 11:30 - Enrico Deho':
La magia di un viaggio itinerante in uno dei luoghi più sconosciuti di Bergamo. Il carcere non è certo il luogo per antonomasia del viaggio, piuttosto è quello dell’immobilità. E' questa l'intuizione geniale (e allo stesso tempo la sfida) di Spaz10Teatro; mettere in scena il viaggio epico di Odisseo nei corridoi di quello che è stato un luogo di costrizione. Entrare in un carcere abbandonato e lasciarsi conquistare dai grandi temi dell’eroe omerico. Sabato sera eravamo in molti ma la possibilità di decidere chi ascoltare e quale storia seguire ha permesso a tutti di vivere appieno l'esperienza. Quell'altalena all'ingresso e la sua meravigliosa narrazione - delicatissima porta d'ingresso al viaggio - ma anche la forza di Circe sono soltanto due dei tanti incontri che rimarranno nella mia memoria per molto tempo. Congratulazioni a tutti gli attori per la loro bravura e allo Staff che ha curato l'organizzazione dell'evento. La rassegna deSidera si è dimostrata, ancora una volta, patrimonio artistico e culturale per l'intera provincia di Bergamo (e non solo). Bravi, davvero.

26/07/2016 17:52 - Margherita Pelizzari:
Viaggio meraviglioso ed emozionante in un luogo molto suggestivo e che si è prestato perfettamente all'occasione. Bravi gli attori, soprattutto le donne sono state coinvolgenti e bellissime. Felice di aver partecipato.

26/07/2016 21:20 - Adriano Bassignana:
Il racconto della prigionia nella brama di conoscere di Odisseo, per la quale il vecchio carcere di Bergamo ne è stato il naturale epigono, è stata una esperienza indimenticabile di un teatro sfrontato ed invasivo nel quale gli attori, i testi, le musiche si confondono con la carne, gli odori, i contati tra il pubblico e la scena. Andate avanti su questa strada, il Teatro deve essere indimenticabile!

27/07/2016 10:16 - Enrico Masseroli:
Un plauso per l'uso degli spazi, davvero intriganti, che ben si prestano ad essere riscoperti e valorizzati con performance come queste. Gli spettatori erano decisamente troppi, almeno il doppio del numero che avrebbe permesso una migliore fruizione del lavoro. La messinscena, sicuramente molto complessa, forse avrebbe meritato una gestazione più lunga. Ho sentito la mancanza di una unità stilistica che legasse le varie tappe, un puzzle variegato che alternava immagini e momenti forti e suggestivi ad altri ridondanti e un po' confusi. Spesso c'era troppo, come se si fosse dovuto dare visibilità a tante componenti dalla qualità artistica non certo omogenea, con interventi sonori in sottofondo che disturbavano la comprensione dei testi. Decisamente scompaginati i costumi : ho trovato inappropriata la scelta di mescolare elementi stilizzati e simbolici con abiti moderni, che ha tolto fluidità e coerenza all'opera. Accanto alle critiche è giusto riconoscere il generoso impegno di tutti gli interpreti, alcuni dei quali decisamente ottimi, tra questi il protagonista Odisseo. La scelta drammaturgica di legare Omero e Dante, del tutto legittima, è risultata forse un po' troppo esplicitata, perdendo di poetico mistero.

29/07/2016 16:11 - Alessandra Cocchi:
Spettacolo emozionante e suggestivo. Un plauso particolare al costume di Pallade Atena!